giovedì 28 febbraio 2013

Filetti di peperone grigliati


E' una preparazione talmente banale che ci ho pensato un po' prima di decidere se valesse la pena di postarla. Ma questa è la sola preparazione che mi consente di mangiare il peperone senza avere problemi di digeribilità. Proprio per il fatto di digerirlo con molta difficoltà non mangio quasi mai peperoni e, conseguentemente, ho pochissima pratica nel cucinarli. Ed è un peccato perché questa solanacea è povera di calorie (è quindi molto indicata per chi è a dieta), ma è ricca di vitamina C (antiossidante) e di provitamina A; è inoltre povera di sodio e ricca di potassio.
I problemi di digeribilità sembra che siano da attribuire principalmente alla capsicina (o capsaicina), che è una sostanza presente soprattutto nella buccia e nei semi.

Per cucinare questo piatto semplicissimo ci vuole: un peperone (io ne ho usato uno giallo), un po'di olio di ottima qualità ed un pizzico di sale.
Dopo averlo ben lavato ed asciugato, togliere il gambo, adagiarlo su carta da forno in una teglia (o sulla leccarda) e metterlo direttamente in forno sotto il grill a 210°, posizionandolo in un piano piuttosto alto.



Man mano che la superficie comincia ad abbrustolirsi, girarlo gradualmente in modo che tutta la bacca risulti uniformemente grigliata.
A grigliatura ultimata, ritirare il peperone dal forno, e tagliarlo a filetti, eliminando le parti bianche e filamentose situate all'interno ed i semi, se presenti. Grattare quindi con un coltello a lama liscia la polpa esterna, in modo da togliere con estrema semplicità la pellicina poco digeribile presente sulla sua superficie.



Mettere infine i filetti di peperone spellati in una ciotola, aggiungere il sale e condire con abbondante olio extra vergine.



Trattati in questo modo, i peperoni risulteranno dolcissimi e digeribilissimi. Se piace, ci potrebbe stare bene anche un po' di aceto balsamico (ma io non l'ho provato).



mercoledì 20 febbraio 2013

Saltimbocca alla romana... senza stecchino


Si tratta di un tipico piatto della cucina romanesca e laziale, ma che si è ampiamente diffuso in tutt'Italia (e anche oltre confine) per la semplicità della preparazione ed il gusto molto apprezzato.

saltimbocca alla romana
Per ottenere i migliori risultati occorre però seguire alcuni accorgimenti.
Intanto la scelta della materia prima: la carne deve essere bianca ed avere una forma regolare senza sfilacciature; in genere si preferisce la rosa o la noce di vitello.
Poi il prosciutto, che non deve essere troppo magro, né troppo salato (ottimo il parma).
Infine la salvia: sono da preferire foglie giovani, sane e non troppo coriacee.

Per 2 persone servono i seguenti ingredienti

  • 4 fettine di vitello di non oltre 70-80 g ciascuna;
  • 4 fette di prosciutto dolce;
  • 4 foglie di salvia private del picciolo;
  • una manciata di farina;
  • mezzo bicchiere di vino bianco;
  • un poco di brodo;
  • 30 g di burro, o metà burro e metà olio;
  • sale e pepe (facoltativi).
Preparazione
Schiacciare con un batticarne le fettine, colpendole dal centro verso l'esterno; se necessario, rifinire i bordi in modo da conferire una forma regolare. Se sono molto lunghe, conviene dividerle a metà.


Su ogni fettina mettere una foglia non tanto grande di salvia privata del picciolo; pigiarla con le dita in modo da farla aderire bene alla carne.
Adagiare quindi una fetta di prosciutto sopra la salvia, disponendola in modo che non fuoriesca dai bordi; se necessario, ripiegare verso l'interno la parte di prosciutto che deborda dalla fettina. Anche il prosciutto va pressato bene sulla carne.


Prendere la carne, tenendola con le dita delle due mani in modo che il prosciutto rimanga ben attaccato sopra la carne, e infarinarla molto leggermente su entrambi i lati (un po’ meno il lato con la salvia e il prosciutto); eliminare l’eccesso di farina scuotendola leggermente.
Poggiare su un piatto e lasciare riposare per qualche minuto. 


Con queste semplici operazioni si può fare a meno di adoperare gli stuzzicadenti per tenere insieme le varie parti (ricordarsi: prima la salvia e poi il prosciutto; vi assicuro che funziona!).

Nel frattempo mettere a scaldare una padella abbastanza larga e aggiungervi un po’ di burro (oppure burro e olio). Aspettare che il burro si scaldi a sufficienza (quando la schiumetta comincia a diminuire è il momento giusto), quindi aggiungere i saltimbocca disponendoli con la parte del prosciutto verso il basso.
Lasciare cuocere per poco tempo (un minuto o due), quindi rigirarli servendosi di un cucchiaio e una forchetta (mettere il cucchiaio sotto la carne e tenerla ferma con la forchetta).


Continuare a cuocere per qualche minuto a fuoco abbastanza vivace. Verso la fine della cottura aggiungere il vino bianco (previamente riscaldato, o quanto meno non freddo di frigorifero) e lasciare sfumare.
Togliere i saltimbocca dalla padella e disporli, anche su due strati, in un piatto tenendoli al caldo (es. vicino ai fornelli).

Nella padella contenente gli aromi ceduti dai vari ingredienti durante la cottura, aggiungere qualche cucchiaio di brodo e lasciare addensare a fuoco dolce, fino a formare una cremina saporitissima che verseremo sopra i saltimbocca che nel frattempo avremo disposto nei piatti di portata. Se il fondo di cottura risultasse troppo liquido, aggiungere un pizzico di farina da stemperare bene con un cucchiaio per evitare che si raggrumi.

Note
  • Se i saltimbocca non entrano tutti nella padella, si possono cuocere in due tempi. Dopo avere cotto il primo gruppo di fettine, fare evaporare tutto il vino; quindi aggiungere una noce di burro, farlo scaldare e cuocervi il secondo gruppo di fettine con le stesse modalità seguite in precedenza. Solo alla fine aggiungere il brodo e farlo rapprendere a fuoco medio-basso. 
  • Secondo il mio gusto, la pietanza è buona e saporita così come descritto, senza l’aggiunta di sale o pepe (c’è il prosciutto, la salvia e il brodo che danno sapore). Se però si preferisce, aggiungere un po’ di sale quando i saltimbocca sono cotti ed eventualmente una spolverata di pepe quando vengono serviti sui piatti.
  • La preparazione dei saltimbocca senza usare gli stecchini è in genere molto apprezzata dai commensali, che in tal modo non sono più obbligati a dover effettuare un'operazione non sempre agevole e che comporta inevitabilmente di doversi sporcare le mani.

domenica 17 febbraio 2013

Red velvet cake con ricotta e cioccolato

Eccomi dunque al  mio secondo appuntamento con la pazza sfida dell'MT Challenge.
La ricetta di questo mese è la Red Velvet Cake. Sì un dolce americano che io neanche conoscevo e che quindi non ho mai fatto. Ma non è che si deve fare una normale red velvet cake: questo deve essere un dolce desinato ai celiaci, cioè alle persone che non possono mangiare alimenti contenenti glutine, che è una proteina presente nei cereali più comuni; quindi niente farine di grano, orzo, segale, ecc. né altri alimenti che nel loro ciclo produttivo siano o possano essere stati contaminati da tale sostanza. Inoltre è un dolce non lievitato.
Confesso che all'inizio dell'impresa mi sono sentito abbastanza perso. Al di là di qualche ciambellone o roba simile, mi dedico molto poco ai dolci, avendo la glicemia tendenzialmente un po' alta, ma soprattutto non ho mai fatto dolci farciti per i quali non ho neanche l'attrezzatura necessaria.
Ma poi ho ripensato alla terza lettera dell'MTC, che sta per Challenge (sfida), ed io di fronte a una sfida non mi sono mai tirato indietro. Dunque, coraggio e andiamo avanti!

Leggo attentamente la ricetta indicata da Stefania: le regole della ricetta base sono tassative, non si possono cambiare, mentre  viene concessa ampia libertà di scelta per la farcitura, purché compatibile con la dieta 'gluten free'.
Comincio a cercare gli ingredienti. Al mio supermercato non trovo quasi niente. Cerco in un altro supermercato. Chiedo informazioni a una commessa che stava riordinando gli scaffali e le racconto la storia del dolce destinato ai celiaci. Lei, sgranando gli occhi, mi guarda sorridente e mi confida che poteva aiutarmi benissimo perché anche lei è celiaca!
In un attimo vedo il paradiso...; la commessa mi prende per mano e mi porta in giro per gli scaffali. Questo sì, questo no , quest'altro non è sicuro, meglio lasciarlo lì. Il cioccolato, prenda questo, è certificato ed è pure in offerta; lo stesso per lo yogurt, è in offerta e va benissimo!
Dopo questo colpo di fortuna mi sento molto rinfrancato. Ora mi manca il colorante ed il baccello di vaniglia. Il primo lo trovo da Castroni, mentre il secondo lo compro da Natura Sì.


alcuni degli ingredienti usati
Questo è l'elenco degli ingredienti che ho usato per la base(*)
  • Farina di riso Le farine Magiche LoConte
  • Fecola di patate Simply
  • Maizena Unilever
  • Cacao amaro Perugina
  • Yogurt magro Zymil
  • Burro di panna pastorizzata
  • Uova biologiche Simply
  • Una stecca di Vanille Bourbon Rapunzel (da agricoltura biologica)
  • Zucchero semolato Eridania
  • Aceto di vino bianco Ponti
  • Colorante alimentare rosso, soluzione per dolci, creme e biscotti
  • Inoltre: sale, bicarbonato di sodio, latte parzialmente scremato, succo di limone.
Le dosi degli ingredienti sono quelle indicate da Stefania e non sto qui a ripeterle.

Per la farcitura, che è a libera scelta, ho pensato di bilanciare l'esoticità del dolce con qualcosa di italiano, o meglio di romano. Quindi, crema di ricotta romana con cioccolato!
Gli ingredienti usati sono:
  • Ricotta romana (di pecora), 300 g
  • Philadelphia Kraft Classico formato famiglia, 250 g
  • Burro di panna pastorizzata Simply Basic, 30 g
  • Zucchero semolato Eridania, 3 cucchiai
  • Cioccolato fondente Simply, senza glutine, 100 g
Prima di cominciare la preparazione, per me veramente complessa vista la mia totale inesperienza in materia, ristudio ancora attentamente la ricetta di base e faccio il  'piano di battaglia' con la scansione cronologica di tutte le operazioni da compiere. Questa la tabella di marcia.
  1. Togliere dal frigo yogurt, latte, burro, uova e Philadelphia e lasciare tutto a temperatura ambiente.
  2. Pesare il latte (120 g), il burro (110 g), lo zucchero (300 g), la farina di riso (160 g), la fecola (60 g), la maizena (30 g) e il cacao amaro (8 g)
  3. Setacciare la Farina di riso, la Fecola, la Maizena, il Cacao amaro e il Sale (½ cucchiaino da tè) e mescolare tutto in una terrina.
  4. Togliere i semi di vaniglia dal baccello e tenerli da parte su un piattino.
  5. In una insalatiera capiente mettere il burro ammorbidito e sbatterlo per 2-3 minuti finché è soffice. Poi aggiungere lo zucchero e sbattere per altri 3 minuti.
  6. Intanto cominciare a preparare il Buttermilk: versare in una ciotola lo Yogurt magro e il Latte parzialmente scremato in parti uguali (120+120 ml) e aggiungere poche gocce di limone; lasciare riposare a temperatura ambiente da 5 a 20 minuti.
  7. Aggiungere all’impasto di burro e zucchero le 3 uova, una per volta, sbattendo per 30 secondi dopo ogni aggiunta.
  8. Accendere il forno mettendolo a 175 °C.
  9. Mescolare il colorante al Buttermilk (circa un paio di cucchiai).
  10. Versare le farine al composto di burro: cominciare con un po’ di farina, seguire versando un po’ di Buttermilk e così via alternando le farine al Buttermilk; finire con la farina.
  11. Aggiungere i semi di vaniglia.
  12. Mettere in una tazza 1 cucchiaio di aceto bianco + 1 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio; versarlo subito nell’impasto e incorporarlo bene con una spatola.
  13. Imburrare due teglie da 18-20 cm e spolverizzare con farina di riso. Versarvi l’impasto e mettere a cuocere in forno statico (175°) per circa 40-45 minuti (controllare dopo 30 minuti), finché è cotto (fare la prova stecchino).
  14. Lasciare raffreddare la torta dentro la teglia per almeno 10 minuti. Poi toglierla, lasciarla raffreddare ancora, quindi avvolgerla nella pellicola trasparente. Farla riposare in frigo per diverse ore.
Eseguo scrupolosamente tutte le operazioni e sembra che vada tutto bene: l'impasto ha preso un bel colore rosso e devo versare  gli ultimi cucchiai di farina. Per fare prima prendo l'insalatiera con le farine e la metto direttamente sopra quella dell'impasto...
PATATRAAAKKK!!! L'insalatiera mi scivola dalle mani e cade rovinosamente su quella dell'impasto rompendola in 4-5 pezzi!!! L'impasto comincia a defluire dolcemente sopra il tavolo....

il disastro dell'insalatiera rotta
In poche frazioni di secondo cominciano a passarmi per la mente i pensieri più disparati: lascio tutto e do l'addio all'MTC; no, rifaccio tutto daccapo; no, qualcosa si è salvato, e posso raccogliere il liquido sparso sul tavolo... Questa è l'opzione giusta; raccolgo tutto e continuo a lavorare, bisogna sempre reagire positivamente di fronte alle avversità. Peccato per la porcellana Richard Ginori anni '50, vecchio ricordo di casa di mia moglie (che in quel momento mi avrebbe fucilato molto volentieri).

Nonostante la perdita di materia prima, riesco a riempire due teglie usa e getta in alluminio rinforzato del diametro di 18 cm.
Metto tutto in forno per circa 45 minuti, finché l'impasto risulta asciutto.
Lascio raffreddare per un buon quarto d'ora, quindi tolgo le tortine dalle teglie e le sistemo su altrettanti piatti.

le due torte appena sformate

Le faccio freddare ancora un po', quindi le metto in in frigo avvolte dalla pellicola e ce le lascio per tutta la notte.

Comincio quindi a preparare la farcia. Queste sono le operazioni che ho pianificato e che ho eseguito fedelmente.
ü  Togliere gli ingredienti dal frigo e tenerli a lungo a temperatura ambiente; mettere invece la tavoletta di cioccolato in frigo perché si indurisca.
ü  Montare insieme la ricotta, il Philadelphia, il burro ben ammorbidito e lo zucchero.
ü  Togliere dal frigo il cioccolato, ridurlo a granellini tagliandolo con un coltello e mescolarlo insieme all'impasto di ricotta, burro e formaggio.
ü  Far riposare in frigo a lungo, fino al momento dell’utilizzo.

Comincio infine a preparare qualcosa per la guarnitura: allo scopo ho pensato di fare delle formine di cioccolato usando un coppa pasta (purtroppo non ho altre attrezzature per dolci). Queste le operazioni che devo eseguire.
§  Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente (150 g).
§  Appoggiare su carta da forno un coppapasta di forma e dimensioni adeguate.
§  Versare il cioccolato fuso nello stampino e lasciarlo raffreddare.

La preparazione delle formine è risultata più lunga e laboriosa di quel che avrei immaginato perché il cioccolato si solidificava molto lentamente e, avendo un solo coppa pasta medio ed un altro più piccolo, non potevo preparare più formine insieme. Comunque alla fine dell'operazione ho posto i cioccolatini su un piatto che ho quindi messo in frigo.



Il giorno dopo riprendo le 2 torte, che sono diventate belle fredde e indurite, per tagliarle a metà. Per facilitare l'operazione ho usato come guida un piatto di plastica cui ho tolto il fondo, ricavando una specie di collare che ho collocato intorno alla torta. Con estrema cautela e pazienza ho cominciato a tagliare dapprima intorno al dolce e poi ho cominciato ad andare in profondità.

la torta tagliata a metà

Il taglio riesce bene, l'interno è ancora abbastanza colorato di rosso e posso quindi cominciare a farcire con la crema di ricotta.
Ricopro infine di crema anche la parte laterale e superiore del dolce, mettendo poi qualche formina di cioccolata sulla superficie del dolce.

la mia Red velvet cake con ricotta e cioccolato



E questa è la fetta di torta che ho mangiato io


la mia fetta di torta, più che meritata


La fatica è stata notevole, ma il risultato assolutamente sorprendente: buona, buona, buona!
Grazie Stefania, un po' ti ho odiato, ma ora ti amo.

Con questa ricetta partecipo alla sfida dell' MTChallenge del mese di febbraio.
Gli sfidanti di  febbraio  2013
questa la sfida di febbraio


(*) La citazione di prodotti, marchi di fabbrica o negozi deriva unicamente da esigenze di trattazione e non costituisce sostegno commerciale.

mercoledì 13 febbraio 2013

Bistecchine in agrodolce al microonde

Da qualche giorno ho comprato il microonde, ma finora l'ho usato soltanto per riscaldare alcune pietanze o per preparare l'acqua calda per il tè.
Oggi ho voluto provare anche la funzione 'combi' (micro + grill) usando il piatto 'panacrunch', che è praticamente una speciale teglia antiaderente.
Ed ho voluto provare a fare delle bistecchine di manzo, ben sapendo che tutti sconsigliano di preparare la carne al microonde.

Infatti il microonde funziona trasmettendo energia alle molecole sensibili (acqua in primis, ma non solo) facendole vibrare intensamente ed innalzandone conseguentemente la temperatura. Ma poiché la temperatura dell'acqua non può superare i 100° (altrimenti evapora), non si potrà mai innescare la 'reazione di Maillard' che  viene attivata con temperature ben più elevate. Si tratta di una reazione chimica piuttosto complessa, che coinvolge zuccheri e proteine, con la formazione di particolari sostanze dall'odore e dal colore caratteristico. E' grazie alla reazione di Maillard che si producono varie molecole odorose che conferiscono il caratteristico aroma ai cibi (pane, arrosti, ecc.) e che producono la crosticina dal classico colore bruno-marroncino; tutto ciò fa sì che il cibo diventi inconfondibilmente saporito ed appetitoso.

Un forno a microonde non raggiungerà mai la temperatura necessaria e, di conseguenza, i cibi cotti con questo elettrodomestico non potranno mai essere paragonati a quelli cotti in un forno tradizionale. A meno che non sia dotato di apparati aggiuntivi, quali il grill, o le funzioni combi (microonde + grill) e crisp (o panacrunch).

Il mio nuovo apparecchio ha tutte queste funzioni aggiuntive e, da buon ex ricercatore, le ho volute provare per vedere quello che veniva fuori. Eccomi quindi alle prese con due bistecchine di manzo, da fare al micro, che ho voluto insaporire con una salsina agrodolce che invece ho preparato al fuoco in un tegamino di rame.

Preparazione della salsa agrodolce.
Per condire 2 bistecchine ho usato (dosi approssimate):
40 g di zucchero di canna;
40 g di uvetta sultanina fatta rinvenire in acqua tiepida;
un cucchiaio raso di fecola di patate;
una noce di burro (15 g ca.);
1/2 cucchiaino di cannella in polvere;
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere;
1/2 bicchiere di succo di arancia;
una presa di sale.

In un tegamino di rame unisco tutti gli ingredienti, aggiungendo per ultimo il succo d'arancia ed un poco di burro ammorbidito.
Metto a scaldare su fuoco moderato, girando continuamente gli ingredienti fino a quando la salsa comincia sobbollire e ad addensarsi. Spengo quindi il fuoco e la tengo al caldo per evitare che si indurisca.

preparazione della salsa agrodolce

Preparazione delle bistecche.
Seguendo le istruzioni per la cottura combinata, metto a scaldare il piatto 'panacrunch' (la teglia in dotazione del forno), previamente unto con un filo d'olio, tenendolo per 3 minuti al programma combi1 (microonde a 440w + grill a 1000w).
Tolgo il piatto ben caldo, ci metto sopra le 2 bistecchine e rimetto in forno per 2 minuti e 30 secondi alle stesse condizioni di temperatura.
Ritolgo il piatto con le bistecchine, aggiungo un pizzico di sale sul lato già cotto, le rigiro e le dispongo su un piatto da portata.

aggiunta del sale
Rimetto a scaldare la piastra vuota per altri 3 minuti. Quando è ben calda la tolgo, ci rimetto rapidamente la carne con il lato ancora crudo rivolto verso l'alto e continuo a cuocere per altri 3 minuti.
A cottura ultimata, distribuisco un altro pizzico di sale, la metto sul piatto da portata e la insaporisco con qualche cucchiaio di salsa ancora ben calda.

bistecca in salsa agrodolce
Esperimento ottimamente riuscito! La carne era ancora un po' al sangue (a me piace così) ma cotta al punto giusto. La salsa è risultata forse un pochino troppo dolce, ma comunque molto gradevole (forse conviene usare dosi maggiori di spezie). Purtroppo me ne è avanzato mezzo tegamino, ma la riutilizzerò per qualche altro tipo di carne (petti di pollo? Chissà!).



lunedì 4 febbraio 2013

Avanzi di pollo

Approfitto subito dei suggerimenti che Edith Pilaff mi ha lasciato con il suo commento alla mia ricetta di ieri (Pollo al forno con limone).
Anche lei, infatti, lo fa come me, aggiungendo giusto un pizzico si sale (che però io ritengo superfluo) ed una foglia di alloro (che proverò). Aggiunge inoltre che, in caso di rimanenze, lo taglia a listarelle, aggiunge un po' di maionese e qualche pomodorino tagliato a fette e ci fa stupendi panini per la merenda.

Ora si dà il caso che ieri mi sia avanzato un po' di pollo e francamente avevo poca voglia di rimangiarlo ancora, magari riscaldato. Ecco allora che il suggerimento di Edith può subito essere messo in pratica (questa è la bellezza del blog!).
Quindi tolgo la pelle e le ossa, taglio a listarelle  la carne che ne ricavo, una bella spremuta di maionese (presa dal tubetto), qualche pezzo di pomodoro appena condito con un pizzichino di sale ed un filo d'olio ed ecco fatto un panino molto buono ed appetitoso!



Questo panino è in linea con il principio del "qui non si butta niente"....!

domenica 3 febbraio 2013

Pollo al forno con limone

Forse non ci crederete, ma per fare questo ottimo pollo al forno servono soltanto due cose: un pollo e un limone. Niente olio, niente sale, niente di niente se non il pollo, che deve essere buono e ruspante, ed un limone intero, possibilmente biologico.

Bisogna prendere un pollo ruspante, togliere le interiora (operazione che può fare il macellaio), lavarlo per eliminare eventuali tracce di sangue, asciugarlo bene e disporlo su una teglia.
Si mette un limone intero nella cavità addominale, si legano le cosce e le ali con uno spago da cucina e si mette in forno già preriscaldato.
La temperatura deve essere di almeno 200° ed il tempo è pari a 25 minuti ogni mezzo chilo di pollo. Il mio pesava 1,6 kg abbondanti e l'ho cotto per un'ora e venti.
Dopo la prima mezz'ora conviene girarlo, ripetendo poi l'operazione un'altro paio di volte.



A cottura ultimata, si toglie lo spago e il limone per poi procedere alla divisione in pezzi usando un trinciapollo.
I pezzi di pollo possono poi venire insaporiti ulteriormente irrorandoli con il succo del limone. In questo modo il pollo viene poco grasso, ma molto ricco di sapore.
Buon appetito!

venerdì 1 febbraio 2013

Spigola al forno con patate

Dopo l'ubriacatura dell' MTC con i Pici, vado a descrivere un piatto di una tale semplicità che forse non merita neanche di essere postato... Ma poi invece, siccome il mio blog, come dice il titolo, è rivolto principalmente alle persone poco esperte di cucina ma che gradiscono le preparazioni semplici e appetitose, ho pensato che non fosse giusto lasciarlo nel cassetto; e non escludo immodestamente che forse anche i più esperti potrebbero trovare qualche spunto d'interesse.
Oggi parlerò della spigola (o branzino) al forno. Una delle preparazioni più comuni prevede il 'letto' di patate. Ma, dal momento che i tempi di cottura delle patate e del pesce sono molto diversi, ho preferito usare 'letti separati', cioè le patate le ho messe da sole in una teglia sul ripiano medio-alto del forno ed il pesce su quello medio-basso.

Per 2 persone ho usato 2 spigole da 350-400 g l'una, che ho fatto eviscerare dal pescivendolo. Poi ho usato 1 kg circa di patate, qualche rametto di rosmarino, 2 spicchi d'aglio, sale e un poco di olio.

Prima ho sbucciato le patate e lo ho tagliate a dadini piuttosto piccoli (ca. 1,5 cm di lato). Per tagliare le patate conviene usare un coltello a lama stretta per evitare che con una lama più larga vi rimangano attaccate.


preparazione delle patate a dadini
Poi le ho messe nella teglia da forno dove le ho condite con 2-3 cucchiai d'olio e qualche rametto di rosmarino; il sale, che è igroscopico, non l'ho messo subito per evitare che le patate diventassero troppo morbide e poco croccanti. Dopo aver mescolato bene, metto in forno già caldo regolando la temperatura a 200°.

Prendo quindi le due spigole, le sciacquo bene sotto l'acqua per eliminare eventuali tracce di sangue residuo (che è amaro) e le dispongo sulla leccarda  su cui ho steso un foglio di carta da forno. Condisco l'interno dei pesci con un pizzico di sale, un poco di olio ed una spicchio d'aglio spellato.


preparazione delle spigole
spigole pronte per essere infornate










Dopo che le patate hanno cotto per 20-25 minuti, abbasso la temperatura a 180°, accendo la ventilazione e metto il pesce in forno.
Intanto estraggo velocemente la teglia con le patate, distribuisco un bel pizzico di sale, mescolo bene tutto e rimetto in forno. Se piace, si può distribuire anche una spolverata di pepe (io non ce l'ho messo, preferendo una preparazione più delicata).
Lascio cuocere tutto per altri 25 minuti circa (il tempo dipende da quanto è grosso il pesce), quindi spengo il forno, lascio ancora al caldo per qualche altro minuto, quindi impiatto il pesce insieme alle patate.


spigola e patate al forno
Si accompagna bene con vini bianchi campani (es. Fiano d'Avellino o Falanghina del Sannio) serviti alla temperatura di 10-12°.