giovedì 31 ottobre 2013

Fettuccine all'uovo con ragù alla bolognese

Già lo so che molti miei lettori penseranno che sto scrivendo un post molto banale; oltre a me e pochi altri, infatti, sono pochi quelli che non hanno mai preparato la pasta all'uovo. Ma io scrivo questa ricetta perché ho da poco inaugurato la macchinetta per stendere la pasta.

Per la verità io la pasta fresca l'ho già preparata altre due volte: la prima per fare i pici (con acqua e farina) e l'altra per preparare le raviole del plin (con la pasta all'uovo), entrambe le ricette fatte nell'ambito delle sfide dell'MTC.
Dopo avere sperimentato la fatica che ho dovuto spendere per fare questi tipi di pasta, ho pensato che il ricorso ad una macchina sfogliatrice sarebbe stato di grande aiuto.
E così eccomi a descrivere la preparazione delle mie prime tagliatelle tecnologiche.

Preparo l'impasto (per 2 persone) usando 250 g di farina 00, 3 uova medie e un pizzico di sale.
Dispongo la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungo le uova ed il sale e comincio a lavorare fino ad ottenere, dopo neanche 10 minuti, un impasto 'liscio e omogeneo' (dicono tutti così). Quindi lascio riposare il composto avvolto in una pellicola trasparente per una ventina di minuti.

Passato il tempo necessario suddivido l'impasto in porzioni più piccole, le appiattisco con le mani e finalmente le passo alla macchinetta. Dapprima tengo i rulli abbastanza distanziati, e poi li stringo progressivamente man mano che vado a ripetere questa operazione.



Ottengo quindi una sfoglia abbastanza sottile che ridimensiono opportunamente affinché la lunghezza delle tagliatelle non risulti eccessiva (circa 25 cm).



Passo quindi la sfoglia nella parte posteriore dell'attrezzo, dove ci sono i rulli da taglio, ottenendo magicamente delle tagliatelle perfette.



In attesa di cuocerle, le conservo tenendole coperte con un panno pulito, dopo averle cosparse con una spolverata di farina di semola.

Intanto preparo un ragù alla bolognese, degno condimento di questo piatto tipico della cucina emiliano-romagnola.
Non mi dilungo a descrivere la preparazione di questo saporitissimo (ed ipercalorico) ragù, avendogli già dedicato un post qualche tempo fa (vedere qui). Ricordo soltanto che si tratta di una salsa ricca di carne e povera di pomodoro (che può anche venire omesso del tutto), che richiede un tempo di cottura lenta che può anche arrivare a tre ore o più.





Preparato il sugo, metto a lessare le fettuccine in abbondante acqua (non troppo) salata, usando una pentola abbastanza alta e larga. Dopo pochissimi minuti (3-4, non di più), quando la pasta tende a tornare a galla, le fettuccine sono pronte (ma conviene sempre assaggiarle).
Trasferire nel piatto di portata e condire con abbondante ragù.





Suggerisco di non incorporare il parmigiano direttamente nella pasta, ma di portare a tavola la formaggera in modo che i commensali siano liberi di aggiungerne secondo il proprio gusto (i veri amanti di questa salsa non apprezzano l'aggiunta del formaggio, che ne altererebbe il sapore).





venerdì 25 ottobre 2013

The Andrea's very late American breakfast (nearly a lunch)

Questo mese l'oggetto della sfida dell'MTC è la Colazione Americana, come ci ha proposto Roberta Cornali del blog la valigia sul letto, che con un piatto fantastico ha vinto la sfida del mese scorso.

Non so neanche se il titolo di questo post è corretto, ma volevo semplicemente dire che questa colazione americana per me è stata praticamente un pranzo o una colazione molto molto ritardata, principalmente per due motivi.
Il primo, perché la mia colazione è in genere a base di caffellatte o tè con biscotti, o fette biscottate. L'idea di mangiare la mattina uova e bacon non mi entusiasmava (ma tuttavia l'avrei fatto, anche per soddisfare la mia innata curiosità di provare qualcosa di insolito).
Il secondo motivo, che è stato determinante, è che per preparare tutto sono arrivato all'ora di pranzo!

Dunque, cominciamo ad organizzare il lavoro.
Secondo le regole imposte, la portata principale deve essere costituita dalle Uova alla Benedict. Questo piatto consiste nella preparazione di alcune uova in camicia da mettere sopra degli 'English Muffins', eventualmente farciti con bacon o altro, il tutto nappato con una salsa.
La Colazione Americana deve essere poi completata da altre due portate la cui scelta è (quasi) libera: di queste, una deve essere una bevanda: caffè, succo di frutta, sciroppo, frullato, smoothie, ecc.

Decido che la 'mia' colazione sarà composta da Uova alla Benedict (come prescritto), un centrifugato di vegetali e frutta (come bevanda) ed infine una mela cotta al forno (come terza portata).

Uova alla Banedict
1. Comincio a preparare gli English Muffins seguendo (abbastanza) scrupolosamente la ricetta proposta da Roberta.
Ho quindi usato:

  • 450 g di farina 0 americana (Manitoba)
  • 225 ml di latte
  • 55 ml di acqua
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • 7 g di lievito di birra secco  (io 8 g di lievito biologico per pizze e torte salate)
  • inoltre: 1-2 cucchiaini di burro chiarificato e un coppapasta da 8 cm.
Faccio la fontana con la farina setacciata e ci metto i liquidi previamente intiepiditi in cui avevo sciolto lo zucchero e il lievito in polvere.




Incorporo il sale e comincio ad impastare energicamente per una decina di minuti.



Preparato il panetto, lo metto a lievitare in una capiente ciotola, leggermente unta con una mollica di burro, tenendolo coperto con un canovaccio. Dopo oltre un'ora vedo che l'impasto è cresciuto poco. Aspetto un altro po', ma non cambia niente. Pazienza! Continuo la preparazione.
Distendo l'impasto aiutandomi con un mattarello fino a formare una sfoglia dello spessore di 1,5-2 cm. Con un coppapasta da 8 cm di diametro ricavo dei dischi che lascio riposare per alcuni minuti.



Intanto scaldo a fuoco medio una padella a fondo spesso, appena unta con un cucchiaino di burro. Quando è ben caldo ci cuocio i dischi di pasta per alcuni minuti per lato.



Vedo che anche sul fuoco questi muffins si gonfiano poco; comincio a sospettare che il lievito fosse troppo vecchio. Riprendo la bustina e leggo con attenzione le indicazioni. La scadenza è fra 2 anni, però vedo che si deve usare una bustina intera (18 g) ogni 500 g di farina! Il lievito usato era poco! Vabbè, non verranno sofficissimi ma vanno bene lo stesso.
Finisco la cottura mettendoli in forno caldo per una decina di minuti (dopo il passaggio in forno i muffins sembrano finalmente un po' più gonfi).

2. Preparo le uova in camicia. Per questa preparazione è fondamentale che le uova siano freschissime per essere sicuri che l'albume rimanga aderente al tuorlo.



Prendo una pentola abbastanza larga, la riempio d'acqua per 8-10 cm, aggiungo mezzo pugnetto di sale grosso e, appena l'acqua comincia ad alzare il bollore, ci verso delicatamente le uova (ho preferito lasciare l'acqua completamente ferma, senza girarla per produrre il mulinello).



Con una mestola forata cerco di tenere separati gli albumi delle due uova e dopo un paio di minuti, quando le uova cominciano a venire a galla, le raccolgo e le dispongo su di un foglio di carta assorbente in attesa dell'utilizzo.

3. Preparo qualche fettina di pancetta arrotolata che arrostisco nella solita padella a fondo spesso, appena unta con una puntina di burro chiarificato.



4. Preparazione della salsa per nappare i muffins.
Per la copertura preparo una specie di Salsa olandese con 2 tuorli d'uovo, il succo di ½ lime, un pizzico di sale, un poco di senape e 2 cucchiai di burro.



Metto tutto (meno il burro) in una ciotola e la dispongo sopra una pentola con dell'acqua in lievissima ebollizione per il bagnomaria, facendo in modo che il fondo non tocchi l'acqua. Comincio a girare con una frusta, aggiungo il burro fuso e continuo a lavorare finché la salsa comincia a rapprendersi.



Prima che la salsa si addensi troppo, la tolgo dal bagnomaria continuando a mescolare ancora un po'.

5. A questo punto ho tutti gli ingredienti per preparare le Uova alla Benedict. Apro a metà gli English muffins, li insaporisco con una fettina di pancetta arrostita, ci dispongo sopra l'uovo incamiciato, irroro la superficie con la salsina ancora calda, spolvero con una girata di pepe nero e guarnisco la superficie con qualche granello di pepe rosa.




Centrifugato di frutta e verdure
Usando la mia vecchia centrifuga che da anni giaceva semi dimenticata in una credenza, ho fatto un ottimo centrifugato usando 4 carote, 3 gambi di sedano, 3 mele stark delicious con tutta la buccia ma private del torsolo, una pera abate e una grossa arancia sbucciata.



Con questi ingredienti ho riempito 2 grossi bicchieri da bibita. Non ho aggiunto ghiaccio, zucchero né altro (sarebbe quindi improprio chiamarlo smoothie) ed era dolcissimo e gradevolissimo.

Mele cotte al forno
La preparazione è stata molto semplice. Ho usato 3 mele fuji, cui ho tolto la buccia sulla calottina superiore, senza eliminare il torsolo ed il picciolo.



Metto le mele in una pirofila, le bagno con il succo di ½ lime, poi distribuisco sulla superficie 3 cucchiaini di zucchero di canna ed infine 2-3 cucchiai di acqua. Metto la pirofila in forno a 180° e lascio cuocere per circa 40 minuti. Un paio di volte, durante la cottura, raccolgo il liquido zuccherino del fondo e lo verso sulla superficie. Ed ecco la mia zuccherosissima mela al forno.




E questa è la mia American breakfast, diventata nel frattempo più pranzo che colazione.



Vista l'ora avanzata (si erano fatte quasi le due), ho mangiato tutto con gran gusto. Ottime le uova alla Benedict con l'uovo in camicia con il tuorlo giustamente liquido, la salsa leggermente densa e gli English muffins utilissimi a dare volume e per raccogliere le parti fluide.
compensare la bomba calorica (e colesterolica) delle uova c'era un ottimo e dolcissimo centrifugato, ricchissimo di vitamine e sali minerali, e la mela al forno che ha fatto da chiusura.

Ancora una volta, se non c'era l'MTC, questa specialità non l'avrei mai fatta né, forse, mai assaggiata.  
Grazie Roberta e grazie amiche dell'MTC!







domenica 13 ottobre 2013

Fagioli Azuki ...e la grande soddisfazione

Dopo un lungo periodo di stasi culinaria, mi sono deciso di invitare ospiti a pranzo, e tra questi c'era il solito vegetariano.
Siccome mi piace sperimentare, ho cercato di preparare qualcosa di semplice, come è nel mio stile, ma anche di insolito per un pranzo in un giorno di festa.

E allora per primo piatto niente pasta, ma minestra di farro preparata con un buon brodo vegetale.
Prima potrei fare degli stuzzichini che si potranno mangiare anche rimanendo in piedi. Allo scopo i tartufini al formaggio (vedi qui) dovrebbero andare bene, magari accompagnati da un buon prosecco fresco.
Come secondo piatto farò i bocconcini di pollo alla birra con patate e spezie (qui).
E per il vegetariano? Per lui potrei fare dei fagioli rossi da mettere sopra una bruschetta di pane casareccio, insieme a delle patate al forno. L'acqua di cottura dei fagioli, opportunamente insaporita con vari tipi di odori, la potrei usare per fare la minestra di farro come ho già fatto qualche tempo fa (qui).

Purtroppo i fagioli rossi non li ho trovati e li ho sostituiti con un altro tipo di legume colorato di rosso: i "fagioli Azuki" (che io non avevo mai mangiato).



I fagioli Azuki, piccoli e di colore rosso scuro, sono molto diffusi in Giappone e nei paesi dell'estremo oriente, dove vengono spesso macinati e bolliti con lo zucchero, in modo da formare una purea dolce, che a sua volta è la base di numerosissime ricette.
In Italia non sono molto conosciuti ma il loro consumo è in aumento grazie all'interesse sempre crescente verso la cucina macrobiotica e in generale verso i prodotti provenienti dal Giappone e dall'Oriente.
I fagioli Azuki sono preziosi alleati della nostra salute perché hanno un alto contenuto di sali minerali ed oligoelementi come potassio, zinco, molibdeno e ferro, quest'ultimo particolarmente prezioso per chi soffre di anemia e per tutte le persone che ne sono potenzialmente carenti, come ad esempio i vegetariani e i vegani. Sono poi naturalmente ricchi di vitamine del gruppo B (tra cui acido folico), fibre e proteine. Aiutano la formazione di enzimi utili al fegato e hanno proprietà depurative e diuretiche, dunque sono anche alleati dei nostri reni.

Questi piccoli fagioli sono buoni, facilmente digeribili, poveri di grassi e inoltre contengono isoflavoni, sostanze in grado di mantenere in buona salute il nostro sistema immunitario, il cervello e le ossa.

Seguendo le istruzioni riportate sulla confezione, li lavo accuratamente e li tengo in acqua per tutta la notte.
La mattina seguente, dopo oltre 8 ore di ammollo, questi fagioli non si erano minimamente rigonfiati. Leggo poi che vanno cotti per circa 90 minuti da quando l'acqua comincia ad alzare il bollore. Per non stare troppo a lungo sul fuoco, decido di usare la pentola a pressione: ci butto 350 g di fagioli e aggiungo acqua fino a coprirli per 3 - 4 dita. Appena la pentola comincia a fischiare, abbasso il fuoco e lascio bollire dolcemente per 35-40 minuti. Quando è il momento, spengo e lascio raffreddare per una decina di minuti. Quindi tolgo il coperchio ... e scopro che i fagioli hanno assorbito tutta l'acqua di cottura!



Perciò niente brodo rosso per lessare il farro. Pazienza, farò il solito brodo vegetale e poi ci cuocio il farro, che per inciso era decorticato e non perlato (quindi, anche questo richiede una cottura lunga previo ammollo di alcune ore).
La minestra viene ottimamente. Servo la minestra e porto a tavola una ciotola con i fagioli in modo che ogni commensale, secondo il proprio gusto, potesse aggiungerne a proprio piacimento.



Idea fantastica: la minestra di farro con i fagioli Azuki ha un sapore particolare, insolito e molto gradito da tutti (alcuni fanno il bis, e anche il tris).

Naturalmente questi fagioli, così densi e pastosi, non potevano essere conditi e usati per la bruschetta del vegetariano: mi dovevo inventare un piatto alternativo!

Ho pensato allora alla ricetta dell'MTChallenge di questo mese (che dovrò realizzare anch'io) che prevede, tra le altre cose, la preparazione delle "uova Benedict".
Questo piatto consiste nella preparazione di alcune uova in camicia da mettere sopra degli 'English Muffins', già insaporiti con fettine di bacon o di prosciutto arrostito, da irrorare poi con una salsa.
Perfetto! Posso fare qualcosa che gli somiglia ma, per rimanere sul vegetariano, metterò i fagioli Azuki al posto del bacon (per la sfida dell'MTC seguirò invece la ricetta canonica, indicando con precisione ingredienti e dosi).
Gli English Muffin li sostituisco con dei comuni panini da dessert che compro dal fornaio (non ho proprio il tempo di farli in casa).

Faccio quindi una specie di 'salsa olandese' usando 2 tuorli d'uovo, limone, sale e burro fuso che faccio addensare in una specie di bagnomaria (il recipiente non deve toccare l'acqua in ebollizione).



Divido i panini a metà e li abbrustolisco su una padella resistente alle alte temperature appena unta con una mollica di burro.

Faccio poi le uova in camicia (mai fatte prima). Per fortuna le uova erano freschissime e l'albume rimane ben attaccato intorno al tuorlo. Esperimento perfettamente riuscito! Raccolgo le uova con una mestola forata e le adagio su di un foglio di carta da cucina.

Quando è il momento di servire, dispongo i mezzi panini sul piatto, ci metto sopra qualche cucchiaiata di fagioli caldi, le uova in camicia che ho fatto rinvenire ributtandole per qualche secondo nell'acqua in ebollizione, ed infine la salsa al limone, che però purtroppo si era nel frattempo addensata un po' troppo. Aggiungo una macinata di pepe nero, qualche granello di pepe rosso per guarnizione ... e il piatto è pronto!




.... e la grande soddisfazione di cui al titolo?
Sono le parole di mia figlia che, dopo aver visto (e mangiato) antipasti al formaggio, minestra di farro con fagioli Azuki, pollo alla birra, patate arrosto, uova alla Benedict con salsa e fagioli, frutta e dolce di riso, ha esclamato che ormai i miei pranzi sono diventati di alta cucina!
Detto da lei che non è portata ai facili complimenti, ma al contrario nella sua obiettività sa essere molto critica, è per me una gran bella soddisfazione!

(...ma che gran fatica fare tutto!)


martedì 8 ottobre 2013

Liebster award (discover new blogs): un nuovo premietto!

Ancora una volta ricevo un piccolo premio, stavolta dalla cara Edvige di Memento Solonico.



Grazie Edvige, è un vero piacere ricevere dei piccoli riconoscimenti per il blog perché ti fa capire che c'è tanta gente che ti segue ed ha stima di te.

Naturalmente per ritirare il premio si devono seguire alcune regole. Eccole:
  1. nominare e ringraziare il donatore
  2. rispondere a 11 domande e farne altre 11 a blogger di nostra scelta
  3. assegnare l'Award a 11 blogger con il minor numero di followers e informarli del premio
Il primo impegno l'ho già assolto.
Ora dovrei rispondere alle domande, che evidentemente sono rivolte esclusivamente a interlocutori di sesso femminile. Ma siccome mi piace giocare, cercherò di rispondere a modo mio.

Ecco le domande e le mie risposte:


1.  Quale tipo di "lavoro" preferite? (uncinetto, ricamo etc.)

Preferibilmente eviterei qualsiasi tipo di lavoro: ho lavorato per tanti anni e ora mi godo la meritata pensione. Se proprio dovessi fare qualcosa magari farei un po' di giardinaggio.



2.  Preferite fare lavori piccoli oppure qualcosa di una certa dimensione?
Se sono piccoli è meglio, ma se serve sarei disposto anche a fare quelli grandi.

3.  Il vostro materiale preferito? (cotone, lana etc.)
Il cacciavite per me è uno strumento irrinunciabile: ci apri le bottiglie, svelli le piante secche dai vasi, ci zappetti la terra, ecc. ecc.

4.  Regalate i vostri lavori a qualcuno?
L'unica cosa che regalo (per lo più ai miei vicini) è l'orario degli autobus che passano vicino casa, che scarico da internet e rielaboro al computer.

5.  Lavorate con schemi pronti oppure "inventate" qualche lavoro?
Non ho mai uno schema fisso: ogni giorno mi invento qualche impegno, anche per passare la giornata (il blog però mi tiene molto occupato).

6.  A quale età avete iniziato con il vostro Hobby?
Ma forse non ho un vero e proprio hobby, o meglio, ce n'ho più di uno. In ordine cronologico ho cominciato con la fotografia comprando varie reflex (a pellicola), poi il computer perché sul lavoro a un certo punto mi sono reso conto che non ne potevo fare a meno, infine (ed è storia recente) la cucina.

7.  Chi è stata la vostra "maestra"?
Io direi che sono un autodidatta: ho imparato sulla mia pelle, cercando di sbagliare poco e guardando molto quello che facevano gli altri e come lo facevano.

8.  Il primo lavoro ... c'è ancora un ricordo?
Non saprei proprio, ma direi di no.

9.  Siete riuscite di trasmettere la passione dei "lavori femminili"
      a qualcuno?
No, né femminili, né maschili. Ma quando lavoravo ho trasmesso molti saperi (il 'know-how') a chi mi stava vicino.

10. Di quale lavoro che avete fatto siete più orgogliose?
Parlando di cucina, sono molto soddisfatto delle pietanze che ho preparato, senza neanche conoscerle ed averle mai fatte prima, in occasione delle sfide sul blog dell'MTChallenge.

11. Esiste un tipo di lavoro che volete ancora imparare?
Vorrei imparare tutto ciò che non so fare (che è mooolto di più di quello che so fare), ma purtroppo questo non è possibile. Però di fronte alle cose nuove non mi perdo d'animo e mi butto: se certe cose le sanno fare gli altri, perché non dovrei riuscirci anch'io?

E dopo questo divertente interrogatorio dovrei assegnare il premio ad altri 11 blogger.
Non potendo stare ore a verificare le condizioni o se l'hanno già ricevuto, nomino i primi 11 che mi vengono in mente, ai quali faccio le stesse identiche domande.
Naturalmente i nominati hanno piena libertà di scelta se ritirare il premio e dare seguito a questo gioco, oppure se preferiscono fermarsi qui. 

Rullo di tamburi..., via!





domenica 6 ottobre 2013

Bocconcini di pollo alle olive ... e un anno di Blog!

Mi sembra ancora impossibile, ma domani è già passato un anno!

Dai primi passi che ho cominciato a muovere all'inizio, completamente ignaro di come si tenesse un blog, La cucina per principianti ... ma anche altro è diventato ormai un blog affermato che conta quasi 25.000 visualizzazioni, 96 post e 175  176  177 followers.
Per uno che è partito da zero è un grande successo, soprattutto se si tiene conto che non cucino tutti i giorni, ma lo faccio saltuariamente solo per hobby.
Ma il più importante motivo di soddisfazione siete voi lettrici e lettori con le vostre quotidiane manifestazioni di amicizia e simpatia!

Dicevo dei miei primi passi. Effettivamente quando ho cominciato pensavo che un blog di cucina fosse una mera elencazione di ricette, più o meno originali e gustose, da proporre ad un pubblico variegato con il quale era anche possibile scambiare qualche idea o esperienza.
Le mie prime due ricette non erano neanche corredate da fotografie.
Ora si da il caso che proprio la mia seconda ricetta (senza foto) sia una di quelle maggiormente visualizzate. Si tratta dei bocconcini di pollo alle olive.
A distanza di un anno ho deciso di riproporla, stavolta con la necessaria documentazione fotografica e con qualche lievissima modifica di tipo prevalentemente grafico.

Bocconcini di pollo alle olive
Ingredienti per 3 persone
  • 500 g di carne di pollo tagliata a dadini (anchette o petti)
  • 1 manciata di farina
  • 50-70 g di olive verdi snocciolate
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 cipolla piccola
  • ½ bicchiere di vino bianco
  • 1 dl di olio e.v.o.
  • 3-4 foglie di basilico
  • sale e pepe.

Infarinare leggermente i bocconcini di pollo e tenerli da parte.
Tritare finemente una cipolla piccola (o mezza grande), lo spicchio d'aglio (privato se del caso del germe interno) e mettere da parte.
Infine tritare grossolanamente le olive.



Mettere un poco di olio in un tegame o in una padella, scaldare bene e versarci i bocconcini di pollo previamente privati dell'eccesso di farina scuotendoli con le mani prima di metterli a cuocere.



Lasciarli rosolare a fuoco vivace, girandoli di tanto in tanto, fin quando si saranno ben dorati da tutte le parti. Durante la cottura aggiungere sale e pepe secondo i propri gusti, quindi toglierli dal fuoco e tenerli da parte coperti.

Nello stesso tegame, con l'olio rimasto, fare appassire la cipolla e l'aglio tritati.



Prima che comincino a prendere colore, aggiungere mezzo bicchiere di vino bianco secco e lasciarlo sfumare a fuoco vivace.

Unire quindi i bocconcini di pollo e cuocerli, tenendoli coperti, per una quindicina di minuti circa, girando di tanto in tanto.
A metà cottura regolare di sale e di pepe se necessario, aggiungere poi le olive tritate grossolanamente e, qualche minuto prima di spegnere il fuoco, unirvi qualche foglia di basilico spezzettata a mano.


Trasferire i bocconcini su di un piatto di portata e condirli con un altro po' di olive fresche o con quelle rimaste sul fondo, insieme a un po' di condimento.




L'aggiunta del basilico contribuisce a rendere il piatto più delicato e dai sapori molto equilibrati.

Può essere preparato come secondo piatto semplice e sfizioso, ma si presta ad essere consumato anche per un buffet in una cena in piedi.





venerdì 4 ottobre 2013

Giorno di lutto nazionale



Non sei tu il mare?


Mare, dentro di te sta il mio amore. 
Hai preso la sua anima e il suo cuore.
Mare, riportala a riva, fammi parlare di nuovo con lei. 
Cercala ovunque, trovala, fallo per me. 
Mare riportami l’amore della mia anima
Insieme ai suoi compagni pellegrini di questo destino.
Creature del mare, siete voi gli unici testimoni di questa storia
E allora ditemi: quali sono state le sue ultime parole prima di partire
Mare!
Non sei tu il mare? E allora rispondimi!


Tesfay Mehari, cantante eritreo, dedica questo pezzo alla donna che ha perso nei mari d'Italia

(fonte: Fortress Europe)


Molto volentieri condivido l'iniziativa di Roberta di Veronica di Dolci Armonie e di tante altre persone del blog per mandare un segnale, piccolo ma significativo, contro questo immane sacrificio di esseri umani che fuggono dai loro paesi alla ricerca di una vita normale.

Giustamente oggi è stato proclamato un giorno di lutto nazionale.


Questo post è condiviso con

Cadè di mmm...buonissimo




mercoledì 2 ottobre 2013

Bocconcini di pollo alla birra con patate e spezie

Questo post è ripreso dal blog i biscotti della zia della carissima zia Consu, prolifica autrice di numerosissime  ed appetitosissime ricette. Tra queste, qualche tempo fa, ci ha proposto i suoi bocconcini di pollo alla birra e rosmarino.

Questa sua ricetta mi ha parecchio incuriosito perché prevedeva di usare la birra invece del solito vino bianco. Io poi ho cambiato qualche ingrediente che al momento non avevo in dispensa.

Per due persone (anche tre) ho dunque usato questi ingredienti:

  • 450 g di pollo (senz'osso) tagliato a pezzi, tipo spezzatino;
  • 2 spicchi di aglio non spellati;
  • 3-4 ciuffetti di rosmarino;
  • 2-3 rametti di timo;
  • ½ cucchiaino di paprica;
  • ½ cucchiaino di ginger (in polvere);
  • 2 tazzine da caffè di birra chiara;
  • 2-3 cucchiai di olio extravergine;
  • sale e pepe;
  • 450 g di patate piccole.


Ho messo tutti gli ingredienti in una capiente insalatiera, salvo la birra di cui ho aggiunto una sola tazzina. Le patate le ho sbucciate e tagliate a dadini grossi più o meno quanto i pezzi di pollo.
Ho mescolato bene tutto e lasciato insaporire per un quarto d'ora circa, giusto il tempo di scaldare il forno a 240°.
Trasferisco tutto in una teglia antiaderente e metto al forno.
Dopo 20- 30 minuti aggiungo l'altro bicchiere di birra, mescolo delicatamente tutto l'insieme e lascio in forno per un'altra mezz'ora circa. Negli ultimi 20 minuti di cottura abbasso la temperatura del forno a 180°.
Quando sia il pollo che le patate sono ben colorite, spengo il forno e lascio riposare per qualche minuto.



Prima di disporre nei piatti, ho avuto cura di togliere l'aglio per evitare che qualcuno se lo potesse trovare tra i denti.

L'esperienza di usare la birra al posto del vino è stata molto positiva (grazie zia Consu); inoltre, con l'aggiunta delle spezie, il piatto ha assunto una connotazione gustativa molto particolare e gradevole.