domenica 12 luglio 2015

Crostini di Roveja

Giorni fa, andando in Toscana, sono passato a Castiglione del Lago (PG) per rifornirmi di alcuni prodotti tipici locali, tra cui la fagiolina del Trasimeno,  cui ho dedicato un paio di post qualche tempo fa (qui e qui).
Con i titolari della Dispensa del Lago, dove sono solito rifornirmi, ho stretto ormai una bella amicizia, tanto e vero che, entrando in negozio, sono stato accolto con un calorosissimo CIAO NONNO! Evidentemente, leggendo il mio blog, avevano saputo del mio nuovo stato.
Dopo aver fatto i miei acquisti, mi chiedono se avevo mai provato la Roveja. Confesso che non solo non l'avevo mai provata, ma neanche ne avevo mai sentito parlare. Per invogliarmi a provarla, mi regalano una confezione da 300 g.



La Roveja, conosciuta anche come pisello dei campi, è un legume antico oggi quasi completamente scomparso dalle coltivazioni. Il seme presenta colori variabili che vanno dal verde scuro al marrone al grigio.
Questo legume è originario del Medio Oriente e nei secoli passati era coltivato su tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, in particolare sui Monti Sibillini, dove i campi si trovavano anche a quote elevate. 
Proprio perché cresce da sempre anche selvatico lungo le scarpate e nei prati, alcuni ricercatori sostengono che si tratti di un progenitore del pisello comune; secondo altri invece è una vera e propria specie. In ogni caso la classificazione botanica è ancora indefinita.
Esiste invece un totale accordo sulla sua valenza nutritiva: ha un alto contenuto di proteine, pochi grassi e preziosi minerali come fosforo e potassio.
Tornato a casa, decido di usarla per farci dei crostini.

Preparazione
Prima dell'uso la roveja va tenuta a bagno per 10-12 ore, cambiando poi l'acqua di ammollo per eliminare eventuali impurità.
Quando i semi si sono alquanto rigonfiati metterli a lessare in abbondante acqua insieme a due foglie di alloro. Lasciare sobollire dolcemente per circa un'ora, aggiungendo un cucchiaio di sale verso fine cottura. Scolare quando è ancora piuttosto al dente, recuperando l'acqua di cottura.

Preparare un soffritto tritando finemente una cipolla (io ha usato la rossa di Tropea), un paio di spicchi d'aglio privati del germe, una manciata di prezzemolo ed olio extravergine. Durante la cottura insaporire con un pizzico di sale ed un poco di peperoncino sbriciolato a mano.




Aggiungere quindi la roveja lessata e 250 g di polpa di pomodoro.



Salare ancora un poco e cuocere a fuoco moderato per circa mezz'ora tenendo la padella coperta e mescolando di tanto in tanto. Aggiungere quando necessario un poco dell'acqua di cottura per evitare che la roveja si asciughi troppo. Lasciarla addensare a fine cottura.

Tostare qualche fetta di pane sciapo, insaporirle eventualmente con un poco di aglio ed un giro d'olio, e coprirle con qualche cucchiaio di roveja insieme al suo sughetto. 


Il sapore è risultato particolare, ricordando un po' quello delle lenticchie e dei fagioli, ma comunque molto gradevole.




giovedì 2 luglio 2015

Polpette di carne e patate su letto di cipolle

Da quando faccio il nonno mi riesce sempre più difficile trovare il tempo per stare in cucina e preparare qualcosa di particolare.
Stavolta però ho voluto rompere l'incantesimo per provare un piatto semplice ma sfizioso: le polpette di carne in bianco.
Potrà sembrare strano, ma io le polpette le ho sempre fatte preparare a mia moglie che le sa fare benissimo. Anzi, quando ho detto a mia figlia che le avrei preparato le polpette, mi ha subito risposto che le voleva semplici e buone come le fa mamma.
Punto sul vivo, ho cominciato a pensare a delle polpette semplici, ma anche diverse dal solito, per dare quel tocco di originalità necessario a distinguermi da mia moglie.

1. - Cominciamo dalla carne. Dal mio macellaio di fiducia mi faccio preparare 600 g di carne tritata, di cui la metà era muscolo di bovino adulto e l'altra metà di carne di maiale e di vitello in parti uguali (più o meno).
Arrivato a casa ho cominciato a preparare l'impasto. Al posto del pane bagnato, come si fa di solito, ho messo 2 patate di media grandezza (250 g ca.), che ho lessato e schiacciato.



Ho quindi aggiunto un uovo, un paio di cucchiai di parmigiano grattugiato, poco sale ed una manciata di foglie di prezzemolo ben tritate. Amalgamo bene tutto e lascio riposare il tempo di preparare il letto di cipolle.
Quando è il momento, preparo le polpette usando come dosatore una paletta per il gelato. Faccio le pallette con le mani e poi le rotolo su una strato di farina. La schiaccio un poco e le metto su un piatto nell'attesa di cuocerle.

2. - Preparazione del letto di cipolle. Per lo scopo ho usato 2 cipolle rosse di Tropea ed una cipolla bionda.
Con il coltello trito molto finemente le cipolle insieme ad un gambo tenero di sedano e dispongo tutto su un ampio tegame antiaderente (di quelli con il rivestimento di granito). Aggiungo quindi olio extravergine di oliva quanto necessario.





Lascio ammorbidire tutto a fiamma vivace per poi abbassarla quando la cipolla comincia a prendere colore. Durante la cottura salare abbondantemente per favorire la fuoriuscita dei succhi dalle cipolle (il sale è igroscopico).

3. - Cottura delle polpette sul letto di cipolle. 




Cominciare a cuocere le polpette a fiamma media, prima da una parte e poi dall'altra. Aggiungere quindi mezzo bicchiere di vino bianco e lasciarlo sfumare un poco.
Coprire quindi il tegame e cuocere a fuoco molto dolce per una ventina di minuti circa, fin quando la superficie delle polpette risulti abbastanza colorita.
Durante la cottura rigirare le polpette 2 o 3 volte ancora, se necessario, avendo cura di mantenerle abbastanza morbide, raccogliendo con un cucchiaio il condimento dal fondo e versandolo sopra.



Nonostante io non ami le cipolle, devo dire che il piatto è risultato molto appetitoso.
La mia più grande soddisfazione è stata di avere il pieno apprezzamento di mia figlia.
Papà, mi ha detto, anche se hai usato ingredienti molto semplici ed economici sei riuscito a fare un piatto insolito e molto buono!
Questo per me è il massimo.